mercoledì 31 agosto 2011

Serendipità e uova di quaglia


Qualche sera fa ho invitato Bruna a casa mia per cena. Mi ha portato una borsa di vestiti usati e uova di quaglia. Dove ho sbagliato con lei? :-DD
Ecco, tutto questo è molto Bruna. Tu pensi di averla solo invitata a cena e lei porta con sè una sorpresa, una nuova sfida. Molto serendipity (che se non sapete cosa vuol dire 1. non vi posso biasimare e 2. guardatevi questo film e poi per favore odiate come me la protagonista). Per farla breve, le avanzavano delle uova di quaglia che scadevano il giorno dopo e non poteva cucinarle e così ha pensato a me. Carino, no? :-) In cambio, le dedico questo post ;-)

venerdì 26 agosto 2011

Sul fico e i pensieri altamente spirituali che esso ispira...


Negli anni favorevoli, quando l’albero di casa decide di fare il bravo e di produrre i suoi frutti generosamente, veniamo letteralmente invasi dai fichi. Tutto inizia con due o tre fichi timidamente maturi in un mare di bugnetti verdi e durissimi, poi i bugnetti prendono a loro volta coraggio e prima che uno si sia potuto organizzare l’albero si è trasformato in una miniera di frutti polposi e gocciolanti zucchero. Sciami di calabroni e finte cetonie iniziano a pattugliare minacciosamente la zona, ritenendola roba loro.

mercoledì 24 agosto 2011

Blueberry... e non parliamo di western!!!


Come forse ricorderete, qui avevo già fatto capire quanto mi piacciano la montagna e i suoi frutti (in senso figurato, lo so bene che i funghi non sono frutti). Vi ho comunicato la mia passione per la raccolta dei funghi, ma c’è un’unica cosa che forse mi piace ancora di più: i mirtilli. Ho sempre adorato le piccole bacche blu, saporite, colorate e al contempo dolci e gradevolmente acidule. Ho anche sempre avuto la passione per la raccolta: potevo passare ore, fin da bambina, accovacciata a terra tra i cespugli a raccogliere, paziente, fino a che non avevo dita e labbra (ebbene sì, per uno che ne raccolgo 3 ne mangio) piene di macchie che sfumano gradevolmente dal blu a tutte le tonalità del viola. Portavo gli altri componenti della mia famiglia all’esaurimento, e ancora non ero stufa. Che poi, fateci caso, gli uomini in queste cose si smaronano sempre prima... non so, sarà un retaggio della preistoria, quando le donne raccoglievano bacche e radici, mentre loro tornavano tronfi alla caverna con un cinghiale e tre branzini appesi alle cinture. Sarà. Però mentre io torno a casa sempre con una vaschetta di mirtilli, mai visto un uomo della famiglia con un cinghiale scemito di mazzate al traino :-DDD

mercoledì 17 agosto 2011

Cappuccetto verde


Il cavolo cappuccio (Brassica oleracea var. capitata) è da poco diventato uno dei miei ortaggi preferiti. Questo non tanto perché sia particolarmente buono (e se è fresco al punto giusto lo è, eccome) quanto per l’assoluta comodità di averne uno o più in frigo. Come mai? Bè, rispetto all’insalata costa meno, è meno deperibile, dura di più (lo posso tenere in frigo anche più di una settimana senza che mostri risentimento :-D), ma soprattutto riempie molto di più. Che volete di più dalla vita?
Il cappuccio si può trovare in due forme: quella classica, rotonda e compatta e quella a punta, dall’aspetto più fresco e con le foglie distanziate. La seconda è quella che personalmente prediligo, perché di solito le foglie sono più croccanti e soprattutto perché ha un sapore un po’ più delicato, meno forte. Probabilmente perché contiene una minore concentrazione di glucosidi solforati, che sono particolari sostanze contenenti zolfo presenti in tutte le specie della famiglia a cui il cappuccio appartiene, le Brassicaceae o Cruciferae. Sono proprio quelle sostanze che fanno sì che quando cuocete un bel cavolfiore poi la vostra casa si impregni tenacemente di quel terribile odore, un misto tra una seduta alle terme di Arta e una camerata di alpini che si sono tolti gli scarponi. D’altra parte, sono anche le stesse sostanze che rendono così buoni cavolfiore, senape, rape ecc e parrebbe pure che alcune siano in grado di prevenire l’insorgenza di tumori...

martedì 9 agosto 2011

Lassù sulle montagne/ tra boschi e valli d’or!


Solo pochi post fa mi perdevo in considerazioni sull’effetto proustiano che certi ingredienti possono esercitare su di noi, di come riescano a far riaffiorare alla memoria un episodio o un’atmosfera del passato. Bè. Passando davanti alla vetrina di un fruttivendolo ho adocchiato una cassettina di cartone ricolma di galletti (o gialletti, o finferli: non il pennuto, il fungo!) che mi ha riportata, in una scena densa di pathos alla Ratatouille, dritta dritta fino a Ligosullo. Non serve evocare l’infanzia: confesso che ogniqualvolta ho l’occasione di passarci qualche giorno assieme a mio zio Dino una delle mie attività preferite è uscire di mattina con cestino e bastone, alla ricerca di funghi. Con buona pace del fatto che sono i maggiori accumulatori di radioattività del bosco. Mi piace vagare tra prati e sottobosco ignorando i sentieri una volta tanto, mi piace affondare gli scarponi nell’erba rugiadosa, mi piace scostare foglie e fronde con il bastone di legno istoriato e fare sempre nuove scoperte, mi piace la sensazione di trionfo che accompagna ogni ritrovamento fortunato. E più di tutto mi piace poi ammirare l’entità del bottino, bello al sicuro nell’abbraccio rassicurante dei vimini, poi curarlo bene e infine sentire lo sfrigolio profumato in una padella piena di olio, aglio e prezzemolo. Tra tutti i funghi del sottobosco poi ho una particolare predilezione per i galletti (Cantharellus cibarius), chissà mai perché. Ovvio, un bel porcino fresco fa sempre la sua... porca figura, ma vedere il giallo vivace e l’inconfondibile forma del galletto ha un fascino per me ineguagliabile e anche il suo odore è il più gradevole e caratteristico dei funghi.

venerdì 5 agosto 2011

Vi piacciono le more?


Intese come infruttescenze di drupe, ovvio :-D
Adoro la parola “infruttescenza”. Certo, anche “drupa” ha il suo fascino, ma volete mettere con “infruttescenza”? È il classico termine tecnico che mi gasa un sacco, e ancor di più da quando Danijela mi ha detto che secondo lei questa parola non esiste in croato :-D
La cosa più buffa dell’infruttescenza di drupe è capire che il frutto di more e lamponi è praticamente dello stesso tipo di quello di pesche e susine, mentre fragole e mirtilli, gli altri “frutti di bosco”, hanno frutti di tipo completamente diverso. Che volete, noi botanici abbiamo uno strano senso del buffo :-D

martedì 2 agosto 2011

Qualcuno di voi è capace di fare bene il caramello?

Intendo sia quello con solo acqua e zucchero che quello con il burro.
Ma raccontiamo i fatti dall’inizio. Tempo fa mi trovavo a casa dei miei e la mamma si lamentava, nell’ordine a) della mancanza di un dolce in casa e b) dell’eccessiva maturazione di una grossa quantità di albicocche. Intravedo una soluzione!
All’inizio volevo fare una bavarese all’albicocca, ma mia madre ha detto “non mi piacciono i budini” (cosa mi tocca sentire!!) e così mi sono fatta irretire da una ricetta trovata sul blog di Fior di Frolla, una torta rovesciata alle albicocche. Ovviamente non andava bene neppure questa opzione (“veramente le albicocche le ho prese per far marmellata!”), ma io mi sono imposta, sono stata dura e alla fine ho deciso di fare torta e bavarese, tiè! Mi sorge ein dubbien: ke mi abbiano fregaten? :-D