domenica 4 novembre 2012

Scuse agrodolci


Mh, sì, ultimamente ogni volta che trovate un nuovo post siete costretti anche a sorbirvi il coro greco, del tipo “mi dispiaceeeee, sono una disgraziata, manco sempre blahblahblah”... facciamo così: mi scuso adesso una volta per tutte e fine, vale per sempre, ok? Almeno per i prossimi 4-5 mesi, dai!
Non so bene cosa mi succeda. È un periodo di transizione, in cui tutto mi viene difficile, persino mangiare (!). Mi stavo giusto preoccupando per quest’ultima cosa, quando il cicione mi ha fatto notare che probabilmente è colpa degli antibiotici... meno male, che ne sarebbe di me altrimenti! Anche se per onestà devo ammettere che non è tutto qui, è un intreccio fittissimo di cause diverse. Boh, non riesco bene a capire quali siano, queste cause... in genere ultimamente faccio fatica ad entusiasmarmi per qualsiasi cosa, sono lenta nei movimenti, ho tanti impegni ma la mia mente li ingrandisce fino a farmeli sembrare infiniti... starò diventando un po’ choosy, che vi devo dire. Vabbè, sorvoliamo abbondantemente.


Ciò detto. Giusto per parlare di cause diverse, tempo fa a Giùf hanno regalato un curioso libricino di ricette malesi. Lei ha subito pensato a me (non so se in quanto amante della sperimentazione in cucina o in quanto appassionata di Salgari) e così abbiamo deciso che ci saremmo trovate con Bru per scegliere una ricetta, acquistare gli ingredienti più strani in un delizioso negozio in via Udine e – ovviamente – spignattare in compagnia. Io mi ero diligentemente riproposta di documentare il tutto... ma ho vilmente dimenticato la macchina fotografica. Che vi dicevo? È una questione mentale.

Tra l’altro, piccola parentesi sul negozietto: si trova in via Udine alta, verso la fine della strada sul lato più vicino alla stazione. È molto piccolo e a chi ci buttasse un’occhiata distratta potrebbe sembrare uno dei tanti posti in cui frugare inutilmente tra cianfrusaglie cinesi di poco valore... in fin dei conti, la paccottiglia sbiadita dal sole esposta in vetrina con malagrazia non fa pensare ad altro. Niente di più sbagliato: basta varcare la soglia e ci si trova in un altro mondo, anzi in questo mondo, ma non si capisce bene dove. I vermicelli di riso, i pacchi giganteschi di basmati e la salsa di pesce farebbero pensare alla Cina, poi però giri l’angolo e ti imbatti in garam masala, cardamomo e  latte di cocco e forse opteresti più per l’India... ma che ci fanno in India mirin e aceto di riso? E l’amido di tapioca? Insomma, per farla breve si trovano ingredienti esotici che provengono da tutti gli angoli della Terra e anche gente per cui queste cose esotiche non sono, ma ricordano casa. Compresi i padroni, ovvio. A volte guardo gli avventori e mi chiedo cosa li abbia portati qui, quale sia la loro storia, quali fili invisibili abbiano seguito ignari prima di ritrovarsi a Trieste. Chissà se alla sudamericana con l’aria indaffarata piace stare qua. E la ragazza di colore che compra un intero sacchetto ricolmo di peperoncino e sorride guardando i miei occhi spalancati (gente, il sacco era pieno, pieno vi dico, che se ne fa di tutta quella roba, non muore di piccantezza?) cosa farà oggi? Altre volte sono dei cinesi che chiacchierano amabilmente con la titolare a farmi pensare com’è strano che apparteniamo tutti alla stessa specie e però abbiamo lingue così diverse... talmente diverse che non ne capisco neppure una parola. Fateci un salto, se avete tempo e dovete organizzare una cena a tema.
Pollo Sandokan, ingredienti per quattro persone (o tre molto affamate):

1 kg circa di pollo (a vostra scelta: solo petti, tutto il pollo da curare... come preferite!) tagliato a pezzetti
100 g di pasta di fagioli dolci
5 scalogni grandi
una testa d’aglio
300 g di patate
30 g di funghi neri secchi (io ho usato dei porcini coop che languivano da un po’ e vanno benissimo)
30 mL di salsa di soia
2 cucchiai di zucchero
olio
sale

Far rinvenire i funghi secchi in acqua tiepida per 15-20 minuti. Mettere nel mixer la pasta di fagioli, l’aglio e lo scalogno e tritare il tutto. Scaldare abbondante olio in una padella capiente, aggiungere il trito e far soffriggere finché il tutto non diventa fragrante. Aggiungere il pollo, le patate e i funghi strizzati, mescolare e cuocere 5 minuti. Aggiungere circa 600 mL di acqua o brodo vegetale, la salsa di soia, lo zucchero e salare. Portare a bollore e cuocere piano per circa mezz’ora o finché il pollo e le patate sono cotti. Servire caldo con del riso, preferibilmente  basmati.

Ci tengo subito a dire che le quantità sono state adattate: certe istruzioni mi lasciavano piuttosto perplessa sia sotto il punto di vista puramente tecnico (ad esempio non mi spiegavo i 300 mL di patate... contattare Archimede per misurarli?) che per quanto riguarda il buon senso (150 g d’aglio mi paiono francamente eccessivi). Forse qualcuno di voi riterrà di eliminare i due cucchiai di zucchero e diminuire la pasta di fagioli dolci: bè, sappiate che io ho già operato una notevole riduzione! Il risultato finale è molto buono: al contempo dolce, salato e saporito, con un’abbondanza di sugo da far assorbire al riso.

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