Mh, sì, ultimamente ogni volta
che trovate un nuovo post siete costretti anche a sorbirvi il coro greco, del
tipo “mi dispiaceeeee, sono una disgraziata, manco sempre blahblahblah”...
facciamo così: mi scuso adesso una volta per tutte e fine, vale per sempre, ok?
Almeno per i prossimi 4-5 mesi, dai!
Non so bene cosa mi succeda. È un
periodo di transizione, in cui tutto mi viene difficile, persino mangiare (!).
Mi stavo giusto preoccupando per quest’ultima cosa, quando il cicione mi ha
fatto notare che probabilmente è colpa degli antibiotici... meno male, che ne
sarebbe di me altrimenti! Anche se per onestà devo ammettere che non è tutto
qui, è un intreccio fittissimo di cause diverse. Boh, non riesco bene a capire
quali siano, queste cause... in genere ultimamente faccio fatica ad
entusiasmarmi per qualsiasi cosa, sono lenta nei movimenti, ho tanti impegni ma
la mia mente li ingrandisce fino a farmeli sembrare infiniti... starò
diventando un po’ choosy, che vi devo dire. Vabbè, sorvoliamo abbondantemente.
Ciò detto. Giusto per parlare di
cause diverse, tempo fa a Giùf hanno regalato un curioso libricino di ricette
malesi. Lei ha subito pensato a me (non so se in quanto amante della
sperimentazione in cucina o in quanto appassionata di Salgari) e così abbiamo
deciso che ci saremmo trovate con Bru per scegliere una ricetta, acquistare gli
ingredienti più strani in un delizioso negozio in via Udine e – ovviamente –
spignattare in compagnia. Io mi ero diligentemente riproposta di documentare il
tutto... ma ho vilmente dimenticato la macchina fotografica. Che vi dicevo? È
una questione mentale.
Tra l’altro, piccola parentesi
sul negozietto: si trova in via Udine alta, verso la fine della strada sul lato
più vicino alla stazione. È molto piccolo e a chi ci buttasse un’occhiata
distratta potrebbe sembrare uno dei tanti posti in cui frugare inutilmente tra
cianfrusaglie cinesi di poco valore... in fin dei conti, la paccottiglia
sbiadita dal sole esposta in vetrina con malagrazia non fa pensare ad altro.
Niente di più sbagliato: basta varcare la soglia e ci si trova in un altro
mondo, anzi in questo mondo, ma non si capisce bene dove. I vermicelli di riso,
i pacchi giganteschi di basmati e la salsa di pesce farebbero pensare alla
Cina, poi però giri l’angolo e ti imbatti in garam masala, cardamomo e latte di cocco e forse opteresti più per
l’India... ma che ci fanno in India mirin e aceto di riso? E l’amido di
tapioca? Insomma, per farla breve si trovano ingredienti esotici che provengono
da tutti gli angoli della Terra e anche gente per cui queste cose esotiche non
sono, ma ricordano casa. Compresi i padroni, ovvio. A volte guardo gli
avventori e mi chiedo cosa li abbia portati qui, quale sia la loro storia,
quali fili invisibili abbiano seguito ignari prima di ritrovarsi a Trieste.
Chissà se alla sudamericana con l’aria indaffarata piace stare qua. E la ragazza
di colore che compra un intero sacchetto ricolmo di peperoncino e sorride
guardando i miei occhi spalancati (gente, il sacco era pieno, pieno vi dico,
che se ne fa di tutta quella roba, non muore di piccantezza?) cosa farà oggi?
Altre volte sono dei cinesi che chiacchierano amabilmente con la titolare a
farmi pensare com’è strano che apparteniamo tutti alla stessa specie e però
abbiamo lingue così diverse... talmente diverse che non ne capisco neppure una
parola. Fateci un salto, se avete tempo e dovete organizzare una cena a tema.
Pollo Sandokan, ingredienti per
quattro persone (o tre molto affamate):
1 kg circa di pollo (a vostra
scelta: solo petti, tutto il pollo da curare... come preferite!) tagliato a
pezzetti
100 g di pasta di fagioli dolci
5 scalogni grandi
una testa d’aglio
300 g di patate
30 g di funghi neri secchi (io ho
usato dei porcini coop che languivano da un po’ e vanno benissimo)
30 mL di salsa di soia
2 cucchiai di zucchero
olio
sale
Far rinvenire i funghi secchi in
acqua tiepida per 15-20 minuti. Mettere nel mixer la pasta di fagioli, l’aglio
e lo scalogno e tritare il tutto. Scaldare abbondante olio in una padella
capiente, aggiungere il trito e far soffriggere finché il tutto non diventa
fragrante. Aggiungere il pollo, le patate e i funghi strizzati, mescolare e
cuocere 5 minuti. Aggiungere circa 600 mL di acqua o brodo vegetale, la salsa
di soia, lo zucchero e salare. Portare a bollore e cuocere piano per circa
mezz’ora o finché il pollo e le patate sono cotti. Servire caldo con del riso,
preferibilmente basmati.
Ci tengo subito a dire che le
quantità sono state adattate: certe istruzioni mi lasciavano piuttosto
perplessa sia sotto il punto di vista puramente tecnico (ad esempio non mi
spiegavo i 300 mL di patate... contattare Archimede per misurarli?) che per
quanto riguarda il buon senso (150 g d’aglio mi paiono francamente eccessivi).
Forse qualcuno di voi riterrà di eliminare i due cucchiai di zucchero e
diminuire la pasta di fagioli dolci: bè, sappiate che io ho già operato una
notevole riduzione! Il risultato finale è molto buono: al contempo dolce,
salato e saporito, con un’abbondanza di sugo da far assorbire al riso.
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