martedì 3 gennaio 2012

La terra dei cachi



Ciao a tutti, come procede? Iniziato bene l’anno?
Sì, lo so, è da un po’ che non mi faccio viva, ma abbiate pazienza: tra Natale e Capodanno sono stata piuttosto impegnata e se non posso dire che mi sia mancato il tempo per cucinare mi è invece mancato quello per mettermi comoda 5 minuti e scrivere in santa pace. Tra l’altro, saranno due mesi che ho quasi pronto un post su una zuppa, ma poi rivedo sempre le mie priorità e lo trascuro... chissà se ce la farò, prima o poi, a postarvi anche quella ricetta!

Oggi però niente zuppe. Oggi volevo parlarvi del dolce che ho fatto a Capodanno e che poi tutti hanno snobbato perché rotolavamo :’’-( vi dico solo che io mi sono messa a letto con un cucchiaino di bicarbonato :-DD. Poco male, è venuta buona e non sto facendo troppa fatica a smaltire gli avanzi. Ad essere onesti il protocollo è ancora da perfezionare, ma per ora vi lascio questa versione, che è già più che dignitosa. Poi magari se diventerò famosa e scriverò un libro ci metterò la versione aggiornata :-DDD lol, se la riproverò vi farò sapere.
 

Questa torta nasce dal felice connubio tra un protocollo già testato con ampio successo e un momento di ispirazione innovatrice. Ma andiamo con ordine. In pratica, come ogni anno è arrivato il gaio momento dell’allegra raccolta dei cachi e stavolta sono stata fortunata. Nel senso che noi abbiamo due alberi, uno di cachi normali e uno di cachi mela, o cachi vaniglia, quelli cioè che a maturità restano sodi. E a me questi ultimi non stanno per nulla simpatici, signornò, io non li apprezzo. Checché ne dica mio padre, restano sempre e comunque un gradino sotto ai miei prediletti, non sono per niente la stessa roba. La differenza non sta tanto nel sapore (che comunque non è proprio uguale), quanto nella consistenza. E pensate quello che volete, ma io A-D-O-R-O la consistenza biascicosa del caco, letteralmente amo la sua polpa molliccia e lumacoide che alla prima disattenzione cola inesorabilmente dalla buccia aperta destinata ad allargarsi vieppiù in una pericolosa reazione a catena, vado pazza per l’alternarsi di sugo ad alta velocità di scorrimento ed agglomerati più polposi e viscidini. Lo so, c’è un sacco di gente che preferisce i cachi mela proprio per la combo sapore del caco – consistenza soda, ma io questa gente proprio non la capisco. Sarà perché ci sono abituata fin da piccola, ma per me il caco è molliccio, punto e basta. Spero comunque di non avervi disgustati, non sarebbe mia intenzione :-DDD


Quest’anno appunto sono stata fortunata perché l’unico albero che ha fruttificato è stato il mio preferito e ho potuto portarmi a Trieste una cassetta di questi frutti meravigliosi. Direte voi, cosa c’entra tutto questo con il mio discorso di prima sul protocollo già rodato e l’ispirazione? Semplice, i cachi mi hanno ispirata a cambiare la ricetta in questione. L’ho trovata su Cucina Moderna febbraio 2010 e si trattava di un dolce doppio strato, di quelli con una parte inferiore del tipo torta soffice nocciole-cioccolato e una superiore fatta di mousse alla crema gianduia, goduriosissima. Il bello sta proprio nel contrasto tra la compattezza alle nocciole e la morbidezza gianduiosa che ti si mescolano in bocca e io volevo ricreare questo effetto sostituendo però la gianduia con il caco... ardito, no? :-D. A questo punto poi ho deciso di fare la base solo al cioccolato, un abbinamento classico col caco. Di stagione e salutare (mmmsì, ignorando le quantità spaventose di panna, ovvio), dato che i cachi sono noti per essere pieni di antiossidanti che per di più non hanno neppure occasione di denaturarsi: la mousse non deve cuocere, si fa aggiungendo panna, albume, gelatina e lasciando rapprendere in frigo!


Ma bando alle ciance. Ingredienti:


Per la torta al cioccolato:
80 g di burro
30 g di zucchero
2 tuorli (conservare un albume per dopo!)
60 g di cioccolato fondente
60 g di farina
40 g di fecola
20 g di cacao amaro in polvere
60 g di farina di mandorle
2 cucchiaini rasi di lievito per dolci
6 cucchiai di latte

Per la mousse ai cachi:
3 piccoli cachi
6 g di gelatina in fogli
1 albume
250 mL di panna fresca da montare
2 cucchiai di zucchero a velo
cacao amaro per decorare


Preparare il primo strato. Lavorare il burro morbido con lo zucchero e incorporare i tuorli uno alla volta. Unire il cioccolato fuso a bagnomaria, la farina setacciata col lievito, la fecola, la farina di mandorle, il cacao e il latte. Versare l’impasto in uno stampo a cuore (ehrm sì, era una fottuta ricetta di San Valentino, ma giuro che non l’ho fatta a San Valentino, non lo festeggio mai) in silicone di 1,25 L e cuocere in forno caldo a 170°C per circa 15 minuti. Far raffreddare e sformare il dolce. Intanto, mettere a bagno la gelatina in acqua fredda. Frullare la polpa di cachi e aggiungervi la gelatina fusa a fuoco bassissimo in pochi cucchiai di panna. Montare la panna rimasta con lo zucchero a velo e amalgamarla al frullato tiepido; montare a neve ferma l’albume e unirlo alla mousse. Lavare lo stampo, versarci dentro la mousse e lasciarla in frigo per 5-6 ore. Quando sarà soda immergere lo stampo per 10 secondi in acqua bollente, posarci sopra il cuore al cioccolato, pregare la propria divinità e capovolgere su un piatto da portata. Decorare con qualche spolverata di cacao amaro.


Che dire... il caco si abbina perfettamente alla cioccolata, ma la prossima volta eviterò di mettere il cacao amaro nell’impasto perché tende ad essere troppo forte e a coprire un po’ il sapore della mousse. Tra l’altro, abbiate cura di lasciare piuttosto morbido lo strato di torta, altrimenti il contrasto sarà eccessivo.
Ultima considerazione: avete notato sbirciando qua e là le varie foto qualcosa di nuovo? No? Bè, allora fateci caso: si tratta di un grembiule da cucina nuovo fiammante, tutto bello bianco e bordeaux, con su ricamato il nome di questo blog e il mio nome :-) e ne approfitto per annunciare all’intera blogosfera (che fa pure rima) che si tratta del più bel regalo di Natale che le mie carissime cugine D.M. potessero farmi! Grazie di cuore, questo post è dedicato a voi!


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