giovedì 23 febbraio 2012

Chi dorme non piglia pesci!


Abitare in una città di mare ha come vantaggio la presenza di un cospicuo numero di pescherie, non lo nego. Peccato però che tante volte si tratti di un vantaggio illusorio, dato che la maggior parte di esse il pomeriggio è chiusa, oppure perché sono piccole attività a conduzione familiare dove per poter avere una buona possibilità di accaparrarsi qualcosa occorre presentarsi all’alba (e non è neppure detto di non tornare indietro con le pive nel sacco). Ecco perché in casa nostra il pesce non compare tanto spesso quanto vorrei ed ecco perché in genere lo si mangia di sabato, quando facciamo la spesa al mattino e c’è tutto il tempo di deviare verso una buona pescheria.
Tra l’altro gli ingredienti per la ricetta di oggi ce li siamo procurati durante le due famose settimane di bora ininterrotta e mentre correvamo dentro al negozio ci è venuto un mezzo colpo: l’insegna era lì lì per cadere! Sì, circa a metà della sua lunghezza iniziava a dividersi e rimaneva tutta intera solo grazie a un ultimo, caparbio lembo di plastica... dovevate vedere la faccia del padrone, uscito in maniche di camicia per controllare che non fosse già venuta giù. Chissà che fine ha fatto, devo fare un giro in viale Carducci uno di questi giorni...


In ogni caso siamo riusciti ad entrare e uscire indenni dal negozio, abbiamo schivato l’offerta di un granzoporro vivo per 2 euro e ci siamo catapultati a casa. Dove intendevo replicare a modo mio questo bel risotto invitante della Tartine Gourmande, anche se l’idea iniziale era più quella di un mari e monti, cioè con aggiunta di funghi. Solo che mi sa che non è più momento di funghi (e per carità non provatevi neppure a menzionare quei patetici champignon, almeno non abbinati alle capesante, dai) e quindi cicce. Ah, poi, volevo sapere una cosa: solo a me pare buffo cucinare pesce mentre leggo Moby Dick? :-DD no, così, una curiosità...


Vabbè. Ad ogni modo, resta da risolvere un problema: come ben sapete, gamberetti e capesante devono cuocere poco, velocemente, altrimenti diventano duri e perdono la loro morbidezza. Come fare allora per avere un risotto DAVVERO profumato di mare? Il trucco è uno solo, avere un buon brodo di pesce. Quindi buttateci dentro tutto ciò che avete: il guscio dei gamberetti, la testa di pesce del branzino al sale di ieri sera oppure ancora avanzi conservati in freezer per l’evenienza. Io avevo messo via i robustissimi carapaci di gamberone usati in questa ricetta poco tempo prima. Se poi, alla fine di tutto, vi avanza del brodo e volete riutilizzarlo mettetelo in freezer in un tupperware, che non si conserva a lungo. Questo ovviamente solo se non è fatto di avanzi precedentemente congelati...
Tutti pronti quindi? Calate le lance! :-D Risotto gamberi, capesante e rucola, per due persone:


160 g di code di gamberi
2 capesante
3-4 manciate abbondanti di rucola + quella per guarnire
160 g di riso
mezzo bicchiere di vino bianco
brodo di pesce (mezza cipolla, mezza carota, una costola di sedano e gli scarti dei gamberi)
1 spicchio d’aglio
prezzemolo
olio, sale
burro per mantecare


Sciacquare e curare gli invertebrati marini: togliere esoscheletro, coda e zampette alle code di gambero e tenerle da parte; non dimenticarsi di eliminare l’intestino (il famoso filino nero). Rimuovere il bivalve dalla sua conchiglia avendo cura di gettare le parti sabbiose e separare noce e corallo (la parte rossa). Preparare il brodo di pesce: riempire una casseruola d’acqua e aggiungerci sale grosso, mezza cipolla, mezza carota, una costola di sedano e le parti dure dei gamberi, portare a ebollizione e lasciar andare a fuoco basso. Grattugiare finemente l’aglio, tritare il prezzemolo e soffriggerli in olio caldo. Quando il soffritto è bello dorato sacrificare due gamberetti: tagliarli a pezzetti e metterli a rosolare a fuoco vivace in modo che diano sapore di pesce al soffritto. Tostare bene il riso, sfumare con il vino e quando è evaporato aggiungere qualche mestolo di brodo e una manciata di rucola. Continuare ad aggiungere la rucola ad intervalli regolari e il brodo quando il risotto si secca. Intanto, tagliare metà dei gamberetti a pezzi e preparare una padella con un po’ d’olio bollente. Quando il risotto è al dente, ma quasi pronto, rosolare bene le noci delle capesante e appena coloriscono aggiungere anche i coralli e i gamberetti interi, poi salare. Unire i gamberetti tagliati al risotto e cuocere 2-3 minuti, poi spegnere il fuoco, mantecare con il burro e impiattare. In ciascun piatto aggiungere capesante e gamberetti e decorare con la rucola. 


Questo risotto ha riscosso grande successo: è andato anche in tournée a Fagagna e si è beccato gli applausi pure là :-D Tra l’altro ho scoperto che la mia parte preferita delle capesante è il corallo e non la noce, ha un sapore che trovo più intenso e gustoso... e pensare che a quanto pare c’è qualcuno che lo butta via!!!

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