Il lato positivo delle fredde giornate invernali è che ci fa sentire giustificati ad ingerire grosse quantità di dolci: fa freddo, devo recuperare le forze :-DDD
Scherzi a parte, mi è venuta voglia di farmi delle tartellette speziate, particolari, che contenessero sia cacao che zenzero. Ma proprio delle tartellette e nulla altro, non mi andava un dolce soffice o dei biscotti, no, perché mi pareva fosse troppo tempo che facevo le stesse cose. Che tra l’altro si trattava di un’impressione del tutto errata, ultimamente ho fatto di tutto, ma a voi non è mai capitato di avere l’infondata idea di essere ripetitivi, di non variare mai, di ripetere sempre la stessa sbobba in modo ossessivo? Tra l’altro (e poi con questo chiudo l’argomento) qualche giorno dopo queste vicissitudini mi sono chiesta che dolce potessi fare e pensando alle tartellette mi sono detta “noooo, noia, non faccio altro!” :-D
La creazione odierna trae ispirazione da ben due blog differenti: il guscio da questa meravigliosa crostata di Sara e la crema da un bel post del 2007 di Sigrid. In realtà non è neppure andata che ho semplicemente aggregato le due ricette, perché la cosa è più complessa... ho pescato ispirazione qua e là e ho rimescolato i protocolli come un disinvolto giocatore d’azzardo fa con il suo mazzo di carte truccate. Prima di essere coperto di pece e piume :-D. Cioè, in sintesi, lo zenzero ho deciso di metterlo nell’impasto della crostata e non solo nella crema e quando è stato il momento di fare la crema ho deciso che quella di Sara non mi andava, volevo che lo zenzero si sentisse in tutta la sua potenza, senza l’intralcio dei tuorli. È per questo che ho scelto di fare la cremina di Sigrid omettendo la vaniglia e aggiungendo sciroppo di zenzero... peccato però che di sciroppo me ne fosse venuto poco, troppo poco e che al momento dell’assaggio non si sentisse neppure lontanamente :-( ma pazienza, era ottima anche così!
Per completare il tutto ho deciso di coprire la crema con dei kiwi, che sono di stagione (almeno più delle fragole, lol). Ero anche tentata di ricoprirli leggermente di gelatina, ma poi mi sono provvidenzialmente ricordata che la colla di pesce non si può usare coi kiwi, no!! Dario Bressanini lo spiega meglio di quanto potrei fare io (e vorrei ben vedere!) in un post illuminante (e tra parentesi devo dire che se siete come me la foto del kiwi che digerisce la gelatina vi gaserà un botto :-D), ma la sostanza è che il kiwi e l’ananas fresco producono delle proteasi in grado di demolire la struttura proteica della gelatina. Sì, sono enzimi che rompono le lunghe catene di collagene facendo tornare completamente liquida la gelatina appena formata... Oltre a questo, ho anche scoperto che l’aggiunta di acidi intralcia il processo di gelificazione, ecco perché quella volta ho fallito!!! Oh grande maestro della chimica, non errerò mai più, lo giuro :-D Ma voi, oh lettori, non disperate! Se ci tenete tanto, al delicato strato traslucido e civettuolo che ricopre una tartelletta davvero elegante, sappiate che non tutto è perduto e che la soluzione si chiama agar agar. Sì, davvero, perché questo secondo tipo di gelatina non è di natura proteica, ma polisaccaridica (= zuccherina) e quindi, come dire.. le proteasi le fanno un baffo :-DDD. Io non ce l’ho e l’unica volta che l’ho usata era... in laboratorio, quando facevo gel elettroforetici a Graz. Ah, bei tempi! :-)
Tartellette cacao, zenzero e kiwi, per 6 pezzi:
Per la pasta frolla:
200 g di farina
50 g di fecola di patate
125 g di burro
100 g di zucchero
un uovo e un tuorlo
due cucchiai di cacao amaro
una generosa grattata di zenzero fresco
sale
Per la farcitura:
5 dL di latte
2,5 dL di panna fresca
110 g di zucchero
30 g di amido di mais
2-3 kiwi
Preparare la frolla: mescolare assieme gli ingredienti e impastare rapidamente fino a formare una palla (io la faccio così, senza tanti fronzoli). Avvolgere con uno straccio e lasciar riposare in frigo per 30 minuti-un’ora. Terminato questo tempo, imburrare degli stampini da tartellette e foderarli di uno strato uniforme di impasto spesso circa 1 cm (anche meno, ma non ricordo esattamente quanto meno). Coprire con carta da forno e fagioli secchi e cuocere 15 minuti a 180°C. Togliere la carta e i fagioli e cuocere circa altri 10 minuti, ma qua i tempi valutateli bene voi. Lasciar raffreddare e sformare. Intanto, preparare la cremina: tenere da parte un bicchiere di latte, versare il resto in un pentolino assieme a zucchero e panna. Portare lentamente a ebollizione a fuoco basso e intanto stemperare l’amido nel bicchiere di latte residuo. Quando bolle aggiungere l’amido stemperato e mescolare per 2-3 minuti con una frusta per addensare bene. Versare la crema in una ciotola capiente, coprire con della pellicola facendola aderire direttamente alla crema, e lasciar intiepidire. Versare un generoso strato di questa crema nei gusci di frolla e mettere tutto in frigo per il definitivo raffreddamento. Poco prima di servire tagliare il kiwi trasversalmente a fette e disporle a cerchi concentrici sopra alle tartellette.
Sono venute davvero golose, l’amaro del cacao è ben bilanciato dalla dolcezza delle cremine, che a sua volta giustifica l’acido dei kiwi. In più, sono tartellette multiuso antisprechi, perché se avanza impasto ci si possono fare biscottini, mentre se è la cremina ad essere troppa si può versare nei pratici contenitori di vetro per uno snack pomeridiano!
Per i biscottini delle foto, facilefacile: stendere la frolla a circa 5 mm di spessore e tagliare tante piccole stelline (o cuoricini, o alci, o alberelli o quel che avete :-D), infornare a 180°C per 5 minuti circa, sfornare e lasciar raffreddare. La glassa che vedete è un’ottima glassa al pompelmo rosa (bagnare zucchero a velo con poche gocce di pompelmo), peccato solo che in questi biscotti sia sprecata: il sapore cacao + zenzero la annega senza pietà. Il fatto è però che per il futuro mi sono ripromessa di reinterpretare questi golosi muffin del Cavoletto sostituendo tutto il limone con il suo parente più rosa e più ciccione, che ne dite? Ah, un’ultima cosa: ieri, mentre giravo pigra nella rete e cercavo qualsiasi pretesto per non dover scrivere seriamente questo post, mi sono curiosamente imbattuta in questa foto... incredibile, eh? In realtà gli ingredienti sono diversi, ma boh, ho avuto come una strana sensazione, il pensiero che il Tempo nel suo complesso sia alla fin fine circolare, come le stagioni, e che tutte le cose siano destinate a ripetersi nei secoli dei secoli, all’infinito, finché le stelle non si saranno consumate e l’ultimo granello di sabbia sarà passato per la clessidra dell’eternità...
Dite che esagero? :-D
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