giovedì 14 luglio 2011

Confessioni di una mente pericolosa


Non posso dire di aver sempre avuto la passione di cucinare. Da piccola ero ostinata: rifiutavo di imparare qualsiasi cosa che non mi venisse insegnato da un istruttore a mio parere adeguatamente qualificato, come una maestra o un allenatore (sì, sì, ero un piccolo mostro, non ho paura di ammetterlo) e quindi i tentativi di mia mamma di insegnarmi qualcosa in cucina sono sempre naufragati. Le uniche attività a cui mi dedicavo erano leccare ben bene le pentole sporche di besciamella o crema pasticciera, ripulire le fruste elettriche dai fiocchi di panna montata ed elemosinare piccoli pezzi dell’impasto crudo di pasta frolla: non si può dire che non fossi golosa!
Crescendo, il mio rapporto con la cucina è stato fieramente ostacolato dalle mie ferme convinzioni femministe (capitemi, avevo solo 12-13 anni :-D) e in particolare da un episodio piuttosto fastidioso causato da una mia professoressa di francese delle medie. La tapina aveva scatenato tutto il mio fastidio di ragazzina intransigente chiedendo alle sole femmine della classe quali fossero i piatti che più amavano cucinare... Ora, tutto questo mi era parso estremamente sessista e discriminatorio e quindi, in segno di protesta, arrivato il mio turno (dopo tutto un fiorire di crostate alla frutta, cioccolate in tazza e quant’altro) avevo dichiarato a testa alta “panino col formaggino!” scatenando l’ilarità della classe. Non che fosse vero: se mia mamma tardava da scuola mettevo su una pasta senza problemi, era solo una questione di principio!

Ma come per tutte le cose in natura, se le condizioni ambientali cambiano o ci si adatta o si perisce miseramente finendo per essere selezionati negativamente. Da studentessa universitaria, quindi, dopo aver passato un anno ad alternare pasta al tonno, fagioli in scatola e bistecchine di coppa ai ferri ho deciso di evolvermi. Da brava biologa che iniziava a frequentare qualche laboratorio mi sono quindi impossessata di un ricettario monotematico (pasta) e ho iniziato a fare metodicamente e con una precisione maniacale tutte le ricette che più mi ispiravano, cambiando ricettario quando mi stufavo di mangiare sempre la stessa cosa declinata in mille modi differenti.
D’altra parte, come dice sempre Lucy, chi è bravo in laboratorio è bravo anche in cucina. In effetti, una ricetta altro non è che un protocollo: quantità e procedure vanno osservati alla lettera quando si è alle prime armi, con il tempo si sperimentano varianti per risolvere i passaggi che convincono di meno e solo i cambiamenti che migliorano il risultato vengono conservati.
Quindi, in tema di università e sperimentazione ecco qua la mia prima ricetta inventata, del tutto “mia” (sìììììì, lo so che tutto è già stato inventato.. ma qua non ho avuto nessun aiuto né ispirazione, quindi per me è mia!): il pasticcio di salmone e zucchine. In realtà, era nato come “parmigiana” di salmone affumicato e ricotta, ma, appunto, si è evoluto in tempi più recenti.

Lasagne (fresche o secche da cuocere o anche home-made :-)) q.b.
60 g di burro
80 g di farina
¾ di L di latte
noce moscata
sale
2 tranci di salmone
3-4 zucchine grandi
1 confezione di salmone affumicato

Preparare la besciamella: sciogliere il burro a fiamma bassa, condirlo con sale e noce moscata e aggiungere la farina mescolando finché si forma il classico “gnocco” :-D. Aggiungere un po’ alla volta il latte mescolando finché non si ottiene la consistenza desiderata.
Tagliare le zucchine a rondelle e saltarle in padella lasciandole un po’ croccanti; intanto, cuocere i tranci di salmone in un’altra padella. Togliere tutte le spine al salmone, spezzettarlo e mescolarlo con le zucchine. In una pirofila disporre uno strato di lasagne, uno di salmone & zucchine, besciamella e striscioline di salmone affumicato e così via fino all’ultimo strato di pasta. Infine, ricoprire il pasticcio di una cazzuolata densa di besciamella e decorare con striscioline di salmone affumicato. Cuocere in forno preriscaldato a 180-200° per 15-20 minuti.

6 commenti:

  1. whohoo! sono la prima a inaugurare i commenti, che onore :)
    sembra appetitosa questa ricetta, la mia unica paura è che se tiro fuori del salmone a casa mia nel forno ci si infilano pure i gattini ^.^

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  2. bè, sì.. specie se poi esci dalla cucina per rispondere al telefono :-D

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  3. ah.. che tristi ricordi... sigh sigh.. mai abbandonare la cucina senza sorveglianza! Soprattutto in caso di limitate scorte di viveri :D

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  4. La prof. Manzini sarebbe orgogliosa di te ... (tuo malgrado)

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  5. sei un geniooooo:))))
    mi piace da morire il tuo blogggg

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