sabato 16 luglio 2011

E adesso cosa ci faccio con questa schifezza?


Mai successo di dire o pensare questa frase dopo un clamoroso fallimento in cucina? :-D
Bè, a me sì, più volte. L’ultima volta che ho pronunciato questa frase è stato pochi giorni fa, dopo aver tentato per la seconda volta la “crema rovesciata al limone” di Cucina Moderna di Aprile 2011. Ebbene sì, sono testarda e non imparo dai miei errori. La prima volta avevo palesemente fatto raggrumare la fecola di patate in fondo alla pentola e quindi ovviamente al momento di sformare quello che avrebbe dovuto assomigliare a un budino le cose non sono andate come dovevano. C’è stata una frazione di secondo di trionfo, in cui tutto pareva avere la giusta forma e consistenza, subito seguita da un sinistro rumore di sconfitta simile a quello di un palloncino simula scoregge (per intenderci) e uno smottamento di proporzioni bibliche (sob). La crema è stata quindi consumata semiliquida, a cucchiaiate, da me e dal mio incoraggiante moroso (bè, non è male, ha pur sempre un buon sapore! :-D). La seconda volta ho eseguito le istruzioni correttamente, ho stemperato la fecola perfettamente e ho mescolato a lungo, per essere sicura che la bastardona fosse nelle condizioni perfette per solidificare. Epic fail, stavolta era ancora più ributtante: completamente squagliata al centro, ma indissolubilmente legata alle pareti della formina e di una consistenza generale tipica del caucciù.
E qui si torna al punto di partenza. Che me ne faccio mo’ di ‘sta schifezza? Prendendo spunto dalla soluzione di una mia amica in overdose da crema all’arancia, una crostata! Ho risolto il problema diluendo la crema e facendola cuocere in uno scrigno di pasta frolla, anche se alla fine l’ho ridiluita un po’ troppo ed è riuscita un po’ liquida.. Ma basta non esagerare e tutto andrà bene oppure, anche meglio, basta seguire le nuove istruzioni. In ogni caso, anche se non solidifica del tutto vi assicuro che è moooolto molto buona e non ci saranno problemi a smaltirla in attesa di perfezionare il protocollo.
La ricetta:


Per la frolla:
200 g di farina
50 g di fecola
125 g di burro
100 g di zucchero
1 uovo e 1 tuorlo
sale, rum

Per la crema:
2 limoni
6 dL di latte
130 g di zucchero
3 cucchiai di maizena
rum, miele

Preparare la frolla: amalgamare la farina e la fecola setacciate con il burro morbido, lo zucchero e le uova. Salare, aggiungere il rum, avvolgere in un telo e lasciar riposare per 30 min. Questa pasta a me viene sempre molto morbida e quindi aggiungo farina durante la lavorazione.
Mettere la scorza dei due limoni in una casseruola con il latte, lo zucchero, portare a bollore, aggiungere la maizena stemperata in poca acqua fredda e mescolare finché si ottiene una crema densa. Togliere dal fuoco, aggiungere il succo dei due limoni, due cucchiai di miele e un pochino di rum. Lasciar raffreddare.
Intanto, stendere la pasta in uno stampo di 26-28 cm di diametro, bucherellare il fondo e cuocere in bianco per 10-15 minuti. Versare la crema nella frolla e infornare nuovamente per 20-15 minuti o finché la pasta frolla inizia a dorare. Sfornare e far rassodare in frigo, decorare con fettine di limone e/o ananas caramellate.

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