mercoledì 30 maggio 2012

Fiori e sugna


Ah, la primavera... quest’anno è parecchio indecisa, mi pare. Sì, dopo due giorni di sole decente ne viene uno caldo da Sahara e poi 2-3 di pioggia e grigiume... allora, ci decidiamo?
Ad ogni modo la campagna non pare irritata da questo mix atmosferico e anzi è tutta un tripudio di fiori profumati e ronzanti: sono sbocciati i papaveri, l’erba è più alta e zeccosa che mai e i prati sono invasi dal denso profumo di sambuchi e acacie in boccio.


Che poi secondo me diamo troppe cose per scontate su sambuchi e acacie... lo sapevate voi che, ad esempio, l’acacia (o più precisamente Robinia pseudoacacia) è in realtà una pianta esotica invasiva, comparsa nelle nostre campagne solo dal 1630? Eh sì, in quella data facevano bella mostra di sè nei giardini botanici alcuni esemplari importati dall'America... e da quella volta alè, non ce ne siamo liberati più. Si potrebbe dire in fondo chi se ne importa: è una piantina carina, con dei fiori graziosi e profumati che si possono anche mangiare e per di più danno un ottimo miele... il fatto è, però, che si tratta di una leguminosa e come tale è in grado di fissare l’azoto in gran quantità. Ci avete mai fatto caso? Ai piedi dei robinieti (ovvero i boschetti composti quasi interamente da acacie) crescono quasi solo rovi, che sono piante decisamente nitrofile. Là dove l’acacia ha rimpiazzato altre essenze arboree ha anche inesorabilmente cambiato la fisionomia del paesaggio, così, senza che nessuno potesse prevederlo. Cosa voglio dire con questo discorso? Niente, mi piacerebbe solo pensare che vi abbia un po’ stimolato a riflettere...


Ad ogni modo quando sambuco e acacie fioriscono, nella mia testa compare un pensiero fisso: frittelle!!! Da cui il titolo del post. È un ricordo d’infanzia, derivato da un tragico errore di mia madre... che ce le ha fatte assaggiare un giorno soleggiato di tanti anni fa e poi non ha più avuto pace per il resto delle sue primavere: ogni volta che questi fiori fanno capolino tra le verdi fronde io inizio tenacemente a scassare le scatole per ottenere una terrina di frittelle. Sì, anche adesso che sono cresciutella :-D è che non son capace di friggere e quindi l’unica è importunare la mamma. Cosa che di solito non mi riesce, ormai ho perso il potere “occhi di cerbiatto” tipico di ogni bambino... e per di più mia mamma, essendo insegnante, è addestratissima a non farsi intenerire. Solo che stavolta le ho detto “ma faccio le foto e le metto nel blog” e incredibilmente ha funzionato :-DD ah, potere della tecnologia!


Frittelle dolci di sambuco e acacia:

per la pastella:
un uovo
farina, a occhio
latte, a occhio (ahimè!)
un pizzico di sale

olio d’arachidi per friggere
zucchero
10 corolle di sambuco (circa) e altrettante d’acacia


Come si può notare dai vari “a occhio”, questa è una ricetta della mamma. Quindi non c’è verso: le quantità non sono espresse in unità di misura del sistema internazionale, sono vaghe e pressapochiste. Niente da fare. Ho anche letto un libro in cui si dice che in realtà la mamma (intesa come entità generale) non lo fa apposta, lei DAVVERO cucina a occhio e non saprebbe come altro fare. Sarà. Io però la trovo una scocciatura :-S e a mia volta sono costretta a essere imprecisa...
Quindi, preparare una pastella simile a quella per le crêpes: sbattere l’uovo con il sale, versarci la farina e diluire tutto pian piano con il latte continuando a sbattere fino ad avere un composto liscio e non troppo denso. A questo punto, lasciar riposare il composto in frigo per almeno mezz’oretta. Nel frattempo, sciacquare rapidamente le corolle e tamponarle con delicatezza con carta assorbente. Quando è il momento, scaldare in una padella (o una friggitrice) abbondante olio di arachidi finché non ha la temperatura adatta per la cottura. A questo punto, immergere alcune corolle nella pastella e poi tuffarle nell’olio bollente, dove dovranno rimanere finché non hanno preso un bel colore dorato. Spolverarle immediatamente con una cucchiaiata abbondante di zucchero e metterle su carta assorbente. Continuare in questo modo fino ad esaurimento ingredienti e poi mangiare subito, quando sono ancora belle calde e croccanti!


Io le adoro, non me ne stancherei mai! E in fondo, se le friggete bene, non sono poi così insalubri: risultano leggere e con poco zucchero, solo quello che ci spolverate su. Hanno davvero la consistenza di una nuvola e se consumate con moderazione non possono fare male!


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