mercoledì 26 ottobre 2011

Sul lato positivo del fatto che ogni bel gioco duri poco



Tutte le cose belle finiscono, si sa. E tra di esse posso tranquillamente annoverare il mio fedele basilico, che in casa mia non manca mai più o meno dal secondo anno di Università. Oh, mica sempre lo stesso individuo: generalmente non riesce a passare l’inverno e ogni primavera io re-investo qualche euro nell’acquisto della suddetta piantina. Il che ci fa tornare al nostro incipit: tutte le cose belle finiscono.
Ma andiamo con ordine. Come già detto più volte, l’estate è finita (altra cosa bella non duratura!) e quindi il basilico è stato spostato dal balcone esterno al davanzale della cucina. Non posso proprio lasciarlo fuori ora che inizia la stagione della bora: alla prima folata di vento mi ammazza una suora, oppure più semplicemente me lo ritrovo sulle Rive. Di lasciarlo sul davanzale della camera (unica finestra che riceve una dose decente di luce durante il giorno) non se ne parla proprio: lì c’è già la menta appestata di parassiti che non vorrei si attaccassero anche al basilico. E dunque, il destino della povera labiata è segnato irrimediabilmente: con una tale drastica riduzione del fotoperiodo si va verso una rapida decadenza. Urge quindi uno smaltimento efficace delle foglie, perché già iniziano ad ingiallire e mi spiacerebbe che le perdesse tutte così, secche, senza che io riesca ad approfittarne. Sì, ma cosa ci faccio? Di solito io il basilico lo uso per aromatizzare, ma così ne consumo qualche foglia alla volta, non grosse quantità. Un pesto? No grazie, è tutta l’estate che mi abboffo di pesto e ne ho anche una dose massiccia in freezer. Tutta nello stesso tupperware, tra l’altro, scema che sono. Quando tiro fuori un pesto per quattro, che se ho invitati preferisco fare qualcosa di più originale? Ma meglio non pensarci, domani è un altro giorno, come diceva quella squinzia di Rossella O’Hara. Fatto sta che, ignorando il pesto, mi è tornata in mente la torta salata con crosta al basilico di Cucina Moderna di luglio 2010. Era una torta molto buona, estiva, con un ripieno di formaggio spalmabile e pomodori marinati davvero fresco ed invitante, che richiamava l’aroma di basilico della crosta. In pratica perfetta! Peccato però che sia la fine di Ottobre e che quindi niente pomodori (o comunque non di buona qualità): si impone un ripieno più consono alla stagione. Sì, ma quale ingrediente autunnale potrebbe star bene con una crosta al basilico?
Essendo io una donna di scienza (lol), mi sono ricordata di un post davvero interessante della Scienza in Cucina (grazie, Dario Bressanini!), e più precisamente questo qui. Breve riassunto per i più pigri che non intendono leggerselo: si parla di una teoria che spiega perché alcuni accoppiamenti di ingredienti, anche inusuali, risultino di gusto gradevole. Secondo tale teoria, se due ingredienti condividono una o più molecole aromatiche (quelle, per intenderci, responsabili di odore e/o sapore) allora è possibile che stiano bene assieme, non importa quanto bizzarro sia l’accostamento. Alcuni esempi? Bè, cinghiale e cioccolato ad esempio! Ma se ne possono trovare molti altri su un sito dedicato, www.foodpairing.be, che per ciascun ingrediente preso in analisi fornisce tutti i vari possibili accoppiamenti sotto forma di “albero”, come potete vedere nella foto sotto (da foodpairing). Oh, attenzione: ora non sto dicendo che ogni volta che devo trovare un abbinamento consulto questa specie di Bibbia e poi seguo le istruzioni alla lettera. Prima di tutto non sono stati analizzati tutti gli ingredienti utilizzabili in cucina (ci mancherebbe altro!) e poi comunque è una teoria che ha i suoi limiti. Insomma, scommetto che ci sono anche cose che, pur non condividendo le stesse molecole, stanno comunque bene assieme per chissà quale altra motivazione illustrabile da un’ulteriore teoria. Certo però che questo nuovo strumento può aiutare quantomeno a farsi venire un po’ di sana ispirazione, non credete? ;-)


Insomma, salta fuori che tra le varie cose il basilico sta bene anche con il prosciutto iberico... e fatalità, cosa mi arriva dalla Spagna? Esatto, una piccola confezione di jamòn, prosciutto! Di qualità “supermercato”, perfetto, così potrò usarlo per la mia ricetta senza dovermelo contendere all’ultimo sangue col cicione. Cioè, senza che io sia costretta a farlo urlare come una ragazzina :-DDDD figuriamo se non riuscirei ad avere quello che voglio, ha!!! No scherzo, se fosse di qualità suprema io per prima me lo mangerei così, nature, senza neppure un pezzetto di pane. Ma vabbè, torniamo a noi. In conclusione, una volta decisi gli ingredienti principali gli altri sono un po’ venuti da sè ed è con grande orgoglio che vi presento la:
Torta salata con crosta al basilico ripiena di jamòn, funghi e caprino:

Per la brisée al basilico:
una manciata di foglie di basilico
200 g di farina
100 g di burro freddo a tocchetti
0,5 dL d’acqua fredda
sale

Per la farcia:
200 g di funghi pioppini
1 spicchio d’aglio
80 g di jamòn (ma scommetto che vi verrà benone anche con un San Daniele :-)
160 g di formaggio fresco di capra
1 uovo
mezzo bicchiere di latte circa
sale, pepe


Per la pasta, lavare ed asciugare le foglie di basilico e poi metterle nel mixer assieme alla farina, il burro e un pizzico di sale. Versare l’acqua fredda, frullare ancora un po’ e formare una palla di pasta da far riposare in frigo per almeno mezz’ora. Intanto, pulire i funghi con un panno umido e soffriggere l’aglio grattugiato in una padella. Aggiungere i funghi e cuocere per qualche minuto, ma non completamente (tanto poi vanno in forno). Spegnere il fuoco, far intiepidire e mescolarli con le fette di prosciutto spezzettate a mano. Stendere la pasta in una sfoglia di 3-4 mm e rivestire uno stampo di 22 cm di diametro. In una ciotola, mescolare il caprino con il latte e poi con l’uovo, senza preoccuparsi se restano eventuali grumi (saranno zone a maggior densità di caprino:-D). Sul fondo della torta disporre il composto di funghi e jamòn e coprirlo con quello di latte e caprino. Ripiegare i bordi dell’impasto e infornare a 180°C per 35-40 minui circa.

Ovviamente, la volta che faccio questo impasto e devo fotografarlo NON mi viene bello verde e scenico, sigh :-( non so bene cosa sia andato storto stamattina, ma vi assicuro che le altre due volte era venuto verde, non a pezzettoni. Quindi provatelo, non siate timidi! Un’altra cosa: io ho messo un tempo in forno indicativo, a me c’è voluto molto di più, perché il mio forno fa il bastardo. Non è una scusa, è un maledetto forno a gas capriccioso, un giorno mi brucia i muffin e quello dopo mi lascia la torta salata poco cotta... Ovviamente brucia le cose quando ho tempo per farle e le lascia mosce quando invece ho fretta e fame! Che ci sia un feeling particolare? ;-) questo solo per dire: date un occhio alla vostra torta, non dimenticatevela mentre cuoce!

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