Perché a volte è bello anche ridere degli insuccessi. A volte.
Ah, il gelato fatto in casa. Ho sempre avuto un debole, per il gelato fatto in casa. Mia mamma non lo faceva spesso, ma quando lo faceva (anzi, quando lo fa senza aspettare che io torni da Trieste, tzè) ci mettevi più tempo a rimpiangere di averlo finito che a mangiarlo. Oh, sempre e rigorosamente gelato alla frutta, “perché” - cito - “le creme hanno cose, uova, robe strane e non vengono mai”. Vabbè. Il gelato fatto in casa in realtà per me è legato più che altro all’infanzia, dopo è diventato un evento sempre più raro. Non c’è niente che faccia estate come il gelato e per me ancora di più, visto che la mamma lo faceva sempre e solo nella bella stagione (anche perché hai poche altre chances, se lo fai quasi sempre solo al melone, alla pesca o alla fragola). Quando mio fratello ed io avevamo sfranto i maroni a sufficienza (gelato, gelato gelatooo!!) la mamma tirava fuori la gelatiera storica. È un oggettino carinissimo, molto retrò, con una scritta (mi pare Gran Gelato, ma non sono sicura) tutta a svolazzi che fa molto 1800... e in effetti credo che sia di poco più giovane :-DDDD Appena accesa iniziava subito a fare un rumore basso, deciso e continuo, grengrengrengrengrengrengren, così, senza un’interruzione, un’esitazione o un intoppo. Continuava indisturbata e non dava fastidio a nessuno, forse perché sapevamo tutti che il rumore annunciava una bella scorpacciata! Ricordo anche che mi affascinava molto il gesto della mamma di aggiungere 3-4 manciate di sale grosso, mi chiedevo ogni volta come facesse poi il gelato a diventare dolce... lol! Inutile che mia mamma precisasse sempre che quello era per il ghiaccio :-S Una volta pronto, appena fatto, ricordo che il gusto era inimitabile: ricco, di consistenza morbida e con tutto il sapore della frutta appena frullata. Ti formava subito una pellicina di panna sul palato, ma chi è la persona arida e senza cuore che ci farebbe caso?
Tutto ciò per dire che a me piacerebbe molto fare un gelato casalingo ogni tanto, ma il fatto è che non ho una gelatiera e non ho in progetto l’idea di comprarla. Parliamoci chiaro: chi è che usa davvero una gelatiera? Si inizia facendo il gelato a piè sospinto sull’onda dell’entusiasmo, poi si cala vertiginosamente (a parte brevi parentesi dovute al senso di colpa di sapere che si possiede una gelatiera e non la si usa mai) e come conclusione il povero elettrodomestico finisce per invecchiare sulle scansie di casa, disturbando lo spremiagrumi e la frusta elettrica con racconti del passato sempre uguali, tutti carichi di rimpianto e malinconia. Dite che esagero col melodramma? :-DPer farla breve, quando ho visto che su Stonesoup c’era una ricetta per un gelato al miele senza gelatiera mi sono detta: bingo!!! Non sarà troppo difficile, ho già fatto i semifreddi e mi vengono bene! Non sapevo ancora a cosa andavo incontro... Il primo problema l’ho incontrato sulla carta e ho deciso di risolverlo in un modo che avrebbe fatto inorridire qualsiasi persona dotata di un minimo di sale in zucca. E invece no, ne ho parlato con un tot di gente, ma niente, nessuno che mi abbia detto che sono cretina; anzi, Katia mi ha anche aiutata a fare i calcoli. Di che problema parlo? Del fatto che, come potete vedere cliccando nel link lassù, ci vuole la doppia panna. Già. Trattasi di panna con un 48% di grassi che si trova in America e credo anche in Francia, ma qui non è commercializzata, quantomeno non al despar o alla coop, ecco. E allora io mi sono detta: se qua c’è scritto di usare della doppia panna, sarà perché ci vuole una determinata percentuale di grassi totali che farà sì che il gelato si formi e resti morbido anche senza gelatiera. Pensiero che potrebbe andar bene. NON però se è seguito da “fabbrichiamoci una doppia panna allungando la panna normale con la giusta proporzione di burro fuso!”. Fail. No. Con calcoli che non vi sto a descrivere (anche perché erano fatti sui volumi, ma ignorando deliberatamente per praticità che le percentuali di materia grassa sono espresse in peso) avevo deciso che per ottenere 300 mL di doppia panna avrei dovuto diluire circa 210 mL di panna con 90 mL di burro fuso. E così ho fatto, ma mentre mescolavo i due liquidi mi sono accorta con orrore che probabilmente la panna è troppo acquosa per quest’operazione e che panna e burro fuso non sono miscibili! Era un’emulsione schifosa, con grumi di burro che nuotavano ovunque. Ho anche messo la miscela in frigo sperando irrazionalmente che accadesse qualcosa di positivo, ma appena l’ho tirata fuori ho potuto osservare un fenomeno affascinante: tutto il grasso del burro era affiorato formando una crosta compatta che si è rotta appena l’ho toccata, facendo trasbordare panna come un iceberg battuto dalle onde. Peccato che fossi troppo sconvolta per fare foto! Ad ogni modo, ho deciso di rimetterla sul fuoco e emulsionarla ben bene con una frusta e poi di versarla nel miele caldo appena aveva un aspetto umano. Così ho fatto e devo dire che questo step non mi ha dato problemi, la nuova miscela reggeva. Infine ho montato il resto della panna, l’ho incorporata e ho schiaffato tutto in freezer. Devo dire che l’aspetto è invitante: sembra morbido, pannoso, una nuvola. Il problema è la consistenza, che risulta come farinosa e sgranata. La pellicina di panna si forma subito, su palato e cucchiai, molto spessa. Il sapore è buono, si sente forte l’aroma del miele, ma purtroppo il gelato è anche consistenza, si tratta di un punto fondamentale dal quale non si prescinde.
In definitiva però in tutta coscienza non posso bocciare a priori il gelato senza gelatiera: non so se la consistenza farinosa sia dovuta al protocollo in sè o alle mie disastrose varianti! Oppure ancora può essere che io dovessi rimescolarlo o frullarlo ad intervalli regolari e che l’autrice del blog non l’abbia scritto ritenendo che fosse ovvio... Bisognerebbe riprovare senza fare colpi di testa, ma per ora io passo, grazie. La ricetta non la scrivo, tanto la trovate qui e anche nel link sopra. Sappiate solo che io ho scelto di usare un miele di castagno e devo dire che questa decisione è stata l’unica saggia di tutta una catena di follie. Se poi voi volete provare con panna normale e farmi sapere com’è andata buona fortuna, che la fortuna aiuta gli audaci!!!
Sono una looser.. non ho mai mangiato il gelato fatto in casa!!! :-S
RispondiEliminanon sai cosa ti sei persa... Non in questo caso però :-DDD
RispondiEliminaallora mi rifaccio viva al prossimo,più fortunato tentativo!
RispondiEliminaNoooooo fail!!!!!
RispondiEliminaTi avevo sentito fare conti di percentuali di grassi e calcoli strani... ma allora parlavi sul serio!
RispondiEliminaeh sì, parlavo sul serio.. Purtroppo!
RispondiEliminaDi solito i gelati "senza gelatiera" vanno maltrattati di tanto in tanto a colpi di forchetta o frusta, questo fa sí che i cristalli di ghiaccio e grasso restino piccoli e non facciano l'effetto "sabbia". Una mescolata vigorosa ogni mezz'oretta (ma anche piú spesso) per disturbare la cristallizzazione.
RispondiEliminaLa gelatiera in fondo non fa altro che mantenere la massa in movimento, impedendo la formazione di cristalli di grosse dimensioni.
sì, infatti... solo, l'autrice del blog non l'aveva scritto e io ho pensato boh, chissà... poi non escludo che anche i miei pasticci abbiano giocato una loro parte :-D
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