Quest’anno i nostri susini hanno scioperato. È da un po’ che lo fanno. Ci deve essere del disagio strisciante, non espresso, qualcosa che facciamo o diciamo che essi ritengono offensivo. Oppure semplicemente violiamo qualche elementare diritto sindacale arboreo a noi sconosciuto, chissà. Sta di fatto che i susini non si esprimono, si limitano a tenere i rami incrociati e a produrre simbolicamente UN’UNICA prugna per albero (davvero!), così, per sfregio. È per questo che quando gli zii hanno detto ai miei che i susini di Ligosullo erano carichi come muli abbiamo trionfalmente annunciato ai nostri che potevano fare a meno di disturbarsi e in un immaginario coro di fischi e “crumiri!” abbiamo rivolto la prua verso la Carnia. Qui abbiamo potuto verificare che effettivamente gli alberi erano stracarichi, anche se di frutti non del tutto maturi. Pazienza, abbiamo deciso che ne avremmo raccolti lo stesso e che in caso saremmo ritornati anche più avanti. È stata una bella giornata: soleggiata, senza una nuvola, con un piacevole teporino che invitava a stare all’aria aperta. Siamo arrivati agli alberi e abbiamo iniziato a raccogliere con metodo, chi da terra, chi arrampicato e chi sulle spalle del povero moroso (già, chi? :-P). Abbiamo riempito due cassette e un cestino, ma guardando in alto, verso le chiome cariche, non pareva neppure che fossimo passati. Le susine, poi, erano un vero spettacolo. Belle, sane, senza neppure un’imperfezione. Giusto un po’ troppo acidule, ma chi ci fa caso? L’unica cosa che mi dispiace è che nella foga della raccolta non mi sia ricordata di fare delle foto :-(
Ma alla fine, la domanda che ci facciamo tutti è: si dice prugna o susina? O sono nomi riferiti a varietà diverse? Ho cercato la risposta un po’ dappertutto e alla fine l’ho trovata dove non me lo sarei mai aspettata, su Cucina Moderna: “L’equivoco sta tutto nella differenza di nome tra le piante (del genere Prunus) e i loro frutti, che sono tutti susine”. E in effetti controllando su www.agraria.org ho verificato che si tratta di una varietà di Prunus domestica (in questo caso la Stanley) proprio come per le gocce d’oro ecc. ecc. Potenza della selezione artificiale!
Una volta a valle ci siamo messi d’impegno per smaltirle più in fretta possibile. Mia mamma ha subito iniziato a fare marmellate e io me ne sono portate un po’ a Trieste decisa a sfruttarle al meglio. Quindi ci ho fatto questa torta del Cavoletto (con le susine al posto delle albicocche), le ho messe in macedonia, me le sono mangiate così e ne ho fatto anche una conserva di dubbio gusto, vi farò sapere se ne vale la pena. Ma me ne sono comunque avanzate un po’.
Bè. Dovete sapere che da un po’ di tempo va molto di moda codesto fanciullo, Jamie Oliver, talentuoso chef inglese che si adopera tra le altre cose perché le mense scolastiche britanniche inizino a servire cibi più genuini, contribuendo così ad educare alla corretta alimentazione la gioventù di Sua Maestà. Sarà. Secondo me il suo successo è dovuto solo al fatto che il 95% dei foodblogger sono donne e lui diciamo che non si presenta male :-D. Scherzo. In ogni caso è un po’ che in libreria ho adocchiato un suo libro, “La mia cucina naturale”. È davvero carino, con delle belle fotografie, titoli accattivanti e spunti originali. Tra questi spunti era già da un po’ che mi aveva molto incuriosita la ricetta del sorbetto di prugne... ‘Ah che brava, ha comprato il costoso libro e ora sperimenta alcune delle ricette’, direte voi. Naaaah, mi sono limitata a sgusciare furtivamente in libreria, individuare il libro, aprirlo alla pagina del sorbetto e memorizzare (prendendo anche una o due notarelle con una classe e una nonchalance che James Bond mi fa una pippa :-D) ingredienti, quantità, tempi e procedure :-D che genio del male eh? Vabbè, prima o poi lo compro, giuro, è che adesso proprio non mi avanzano 29 euri :-S In ogni caso, sono soddisfatta del risultato e vi giro il protocollo.
Sorbetto di prugne, per 4-6 persone:
1 kg di susine
120 g di zucchero vanigliato
la scorza di 1 arancia (io ho usato un limone)
50 mL di liquore di prugnole (io ho usato rum)
Lavare, denocciolare e tagliare a metà le susine e metterle per almeno 2 ore in freezer assieme al piatto fondo da portata in cui poi schiafferete il vostro sorbetto. Quando saranno indurite del tutto, frullarle assieme agli altri ingredienti finché il tutto sarà setoso e omogeneo. Versare nel piatto freddo e rimettere in freezer fino a 5-10 minuti prima di servire. Lasciar sciogliere un pochettino, mettere nei bicchieri e servire.
È molto elegante, non troppo dolce e con una gradevole nota alcolica. Io aggiungerei zucchero, ma è probabile che se i frutti sono del tutto maturi non serva.
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