A volte l’ispirazione viene così, un po’ a caso. A volte ti ricordi del costosissimo riso nero Venere che langue da un po’ in dispensa, ti viene voglia di quelle deliziose mozzarelline di bufala, hai sotto gli occhi della zucca e pensi che per essere originale fino in fondo ci vorrebbe proprio del salmone affumicato... che ne dite, è un’accozzaglia di cose abbastanza casuali per voi? :-D
Il riso Venere è un riso nero, ma non perché insaporito con nero di seppia. Nossignori, è così di natura: si tratta di una varietà particolare originaria della Cina che oggi, dopo una serie di incroci e selezioni, viene coltivata anche nella Pianura Padana. Il suo colore inusuale non è dovuto all’intero chicco, che è bianco, ma solo alla pigmentazione scura del pericarpo, ovvero la pellicina più esterna. Si tratta quindi di un riso integrale: la pellicina non viene rimossa e così il chicco rimane nero e conserva tutte le sue proprietà nutritive. Due piccioni con una fava! A me personalmente questo riso piace per il forte aroma, come di pane appena sfornato, che diffonde appena inizia a bollire e per il sapore intenso, per nulla banale.
Nell’antica Cina era anche noto come riso proibito perché veniva consumato unicamente dai membri della famiglia imperiale, o comunque dai nobili, in quanto raro e poco produttivo e quindi riservato a chi poteva permetterselo. Oppure, come insinuano i più... romantici, perché si tratta di un alimento ritenuto afrodisiaco. Ora: in rete e nelle riviste per squinzie, come ho già detto, è tutto un fiorire di cibi considerati afrodisiaci, da cucinare ASSOLUTAMENTE se si vuole riuscire a sedurre il fustacchione appena raccattato ai bordi della strada oppure per rinverdire una vita di coppia ormai logora. A me personalmente questa visione delle cose pare piuttosto ridicola. A parte che, per parlarci chiaro, se il tipo si è fatto rimorchiare non è per assaggiare il vostro famoso guacamole, non aspettatevi che mangiare un piatto di riso o di ostriche o simili dia un effetto misurabile oggettivamente. Certo, sono sicura che molti di questi cibi contengano realmente molecole con effetto afrodisiaco, ma io mi chiedo in che concentrazione, quale sia la quantità che produce un effetto visibile su Homo sapiens e quanto tale molecola sia biodisponibile. Tradotto in parole povere: per ringalluzzire il malcapitato di turno basta un piatto di ostriche o gliene devi far ingurgitare 5 chili? Eventualità quest’ultima ben poco afrodisiaca in termini di costo e... gonfiore addominale :-S. Faccio tali considerazioni non perché io sia una persona arida che va subito al sodo, ma per dire che spesso l’afrodisiaco è più negli intenti, nell’atmosfera e nell’amore con cui si prepara il piatto che negli ingredienti in sè. E comunque nulla vieta di preparare un piatto di riso Venere e portarlo in tavola facendo l’occhiolino e dichiarando spudoratamente che è un potente afrodisiaco :-DDDDIn ogni caso, bando agli indugi ed ecco qua il protocollo. Per due persone:
160 g di riso nero Venere
200 g di zucca già privata di semi e buccia
2 fettine di salmone affumicato
2 mozzarelline di bufala
salvia
sale, olio, burro
Affettare la zucca a fettine molto sottili. In una padellina, scaldare dell’olio con due foglie di salvia, poi saltare a fuoco vivace le fettine di zucca finché sono cotte e salare. Bollire a parte il riso nero, scolarlo leggermente al dente e finire la cottura assieme alle fettine di zucca. Spegnere il fuoco e mescolare velocemente il salmone affumicato tagliato a straccetti finché non si cuoce col calore residuo e cambia colore, virando al rosa chiaro. Mantecare con una noce di burro, regolare di sale, impiattare e un attimo prima di servire disporre sulla superficie i pezzetti di mozzarella di bufala.
Sono molto soddisfatta di questa ricetta nata un po’ per caso: il riso nero ha carattere, ma esalta tutti i vari sapori senza che nessuno venga coperto, e la dolcezza della zucca ben si sposa alla sapidità di salmone e mozzarella. L’unica attenzione che bisogna avere è di non esagerare con il salmone affumicato, che altrimenti prevarrebbe notevolmente sugli altri ingredienti.
Giusto per dire che spesso l’ispirazione viene quando meno la si aspetta e a volte sorprendentemente rende meglio di quanto avremmo mai potuto sperare... io ho imparato a darle retta, perché gli insuccessi sono cose all’ordine del giorno e non devono impedirci di correre il rischio di sperimentare. Come dice sempre il mio babbo, sii disposto a fare la tua brutta figura quotidiana... oppure, come aggiungerei io, prima cucina per te sola e poi sfoggia in pubblico solo i successi :-P
Anch'io voglio! Questa ricetta fa veramente venire fame, brava Teresa! Ora aspetto solo un invito :)
RispondiElimina....e chi saresti, K8? Chi si nasconde dietro a questo affascinante pseudonimo?
RispondiEliminaHa ha secondo te?? K8, Kate, Katia..... :D
RispondiEliminama tu ti sei firmata Ruppy l'altra volta! Maledetta, lo fai apposta per confondermi :-D
RispondiEliminadai dai su, lo faccio per il bene delle tue sinapsi!
RispondiElimina