martedì 27 settembre 2011

Lo strumento: la pentola a pressione


 Premessa: io DETESTO la pentola a pressione. Non so esattamente perché. Probabilmente si tratta di un trauma dalle radici profonde, che risale ai tempi in cui da ragazzina mi veniva affidata la pentola dalla mamma con la raccomandazione “se la apri senza sfiatare esplode”, quelle cose che a me non mettono tensione. No. Il tutto condito dal fatto che non mi ricordavo mai quando bisognava abbassare la fiamma (che impedita!!), però sapevo che la mamma si irritava se per la centesima volta le chiedevo di scrivermi delle istruzioni e così rimanevo col dubbio di sbagliare e ogni tanto pure sbagliavo. Questo giusto così, per inquadrare meglio la situazione di disagio che si è creata tra me e la pentola. Non pensiate che la cosa per me sia indolore: questo strumento infatti permette di risparmiare energia ed emissioni di anidride carbonica (sta meno sul fuoco, quindi si consuma meno gas!) e voi sapete quanto io pensi che sia importante evitare sprechi all’ambiente. Però che volete farci, era più forte di me.


Ero quindi tranquillamente intenzionata a continuare a cuocere per ore gli spezzatini e lasciar bollire per secoli le minestre (seppure con una lieve fitta di rimorso nei confronti dell’ambiente, lacrime di coccodrillo!) fino a pochi giorni fa, quando il mio moroso ha ricevuto come regalo di compleanno una pentola a pressione nuova fiammante. Porca miseria. È tutta colpa sua: è da un po’ che rompe le palle per avere una pentola a pressione. Perché poi non si sa. Fatto sta, ecco qua la pentola. Già mi indispone il fatto che la valvola di esercizio (quella che fischia, per intenderci) abbia il pomolo e non il beccuccio come quella di mia madre (non amo un certo tipo di novità). Ma passi. Il fatto è che appena mi sono messa a provarla ho capito che è irrimediabilmente indemoniata. Posseduta da Satana, Behemot, Lucifero o Belzebù, ci vorrebbe padre Amort per capire quale sia il demonio responsabile. Appena arriva a pressione inizia con un fischio spaventoso, fortissimo, sparando vapore a velocità e temperatura folli IN TUTTE LE DIREZIONI!!! Manca solo l’odore di zolfo. E ha continuato così per tutto il tempo, ad intervalli regolari. In più sono quasi del tutto sicura che si sia subito perdutamente innamorata del frigo, un colpo di fulmine proprio, perché ogni volta che lo chiudo con decisione la sua amante emette dei potenti fischi di protesta.
Ma alla fine, pensandoci meglio ora che sono fresca dell’inaugurazione, credo di sapere quale sia il vero motivo del mio odio verso questa incolpevole pentola. Sapete qual è? CHE NON HA NULLA DI OGGETTIVO. Che intendo? Devi abbassare il fuoco E iniziare a contare i minuti da quando fischia. Sì, ma QUANDO fischia? Perché se fa solo un fischietto timido e poi smette e poi riprende e poi ricomincia, un po’ più forte, ma non abbastanza... quello non conta. Devi aspettare che fischi davvero. E quando decidi che quello è il VERO fischio? Oltre a tutto non si può neppure alzare di tanto in tanto il coperchio per controllare la cottura, assaggiare o annusare. Morale della favola, io sono convinta che ogni volta che abbasso il fuoco e conto i minuti sia troppo presto, oppure irrimediabilmente troppo tardi. E il fatto che le ricette vengano sempre è puramente casuale, ne sono sicura.
In conclusione però immagino che vi siate sorbiti questo mio lungo sfogo solo per poter avere una ricetta :-D e allora eccoci, vi schiaffo qua il minestrone di legumi che ho fatto proprio con la pentola a pressione. Solo che per vendicarmi della soggettività di questa pentola non darò quantità oggettive e misurabili :-D in bocca al lupo!
Per 4 persone:

brodo vegetale
mezza cipolla grande
una tazza di fagioli
una manciata di fagiolini
una manciata di soia (dove l’ho trovata? Ehr.. diciamo che questo no xè robar :-DDDD)
4 patate piccole
una fetta di zucca
un mazzetto di bietole da taglio
qualche foglia di cicoria
cotica di maiale o pancetta
salvia, rosmarino, santoreggia
sale, pepe, olio


Cuocere a vapore i fagioli e la soia per pochi minuti, lasciandoli piuttosto al dente. Preparare un soffritto nella pentola a pressione con abbondante olio, la mezza cipolla tritata, gli odori e la cotica. Tagliare i fagiolini in 2-3 pezzi (PRIMA di buttarli dentro, non fate come me “oh merda non li ho tagliati.. ahi, ahi, merda che caldo!!”) e buttarli in pentola quando il soffritto è ben appassito, mescolando per 5 minuti circa. Poi aggiungere le patate e la zucca tagliate a tocchetti, le bietole, la cicoria e i legumi sbollentati. Coprire quasi del tutto con brodo vegetale caldo e chiudere il coperchio della pentola a pressione. Calcolare 5 minuti da quando fischia!


È la prima volta che mangio soia in tutta la mia vita e devo dire che non ne sono affatto delusa, ha proprio un buon sapore! Dovrò passare più spesso per i campi del Friuli :-D
Se per caso vi state chiedendo se, dopo averla usata svariate volte, ho fatto la pace con la pentola a pressione la risposta è no. I rapporti tra me e lei sono ancora tesi: io non mi fido di lei e lei non si fida di me, ma ci serviamo e continuiamo a tenere la guardia alta, controllandoci a vicenda e aspettando il primo passo falso...

4 commenti:

  1. Il sangue non mente, anche la tua nonna materna odia profondamente la pentola a pressione, e lei ha avuto anche una brutta esperienza... devi fartela raccontare la prossima volta che vai ad Ampezzo

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  2. La mia pentola a pressione ( è nuova ) se ne sta in un angolino ....quando mai incomincerò ad usarla! Appena la prendo mi assalgono le fobie ancestrali e cambio pentola. Ciao

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  3. ti capisco :-D bè, dai, magari prova con una cosa banale.. oggi l'ho usata per cuocere una patata dolce ad esempio. Oppure vendila su ebay! :-DDD

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