Tranquilli, non ho intenzione di farvi condire la pasta con un composto di amaretti sbriciolati... anche se farebbe COSÌ chic!
Insomma, le protagoniste qua sono
le mandorle, stavolta in versione salata. Ed è sempre colpa del famoso libro
regalatomi da mia cugina, perché mi ha fatto venir voglia di provare qualcosa
simile all’ajo blanco, una specie di zuppa fredda di mandorle e aglio. Solo che
cavolo, è roba forte... come si fa a mangiarla così? Si sente un sacco quel
tipico aroma di mandorle amare, quello che Obelix e compagnia riconoscevano
nella torta avvelenata destinata alla regina Cleopatra, per intenderci (alti
riferimenti culturali, lo so, ma d’altra parte la classe non è acqua). Sì,
perché nelle mandorle c’è una certa quantità di composti che liberano cianuro,
anche se credo meno che nelle armelline di pesche, albicocche ecc. Tra l’altro,
da notare come anche la mandorla sia una drupa come la frutta appena citata...
solo che di albicocche, susine ecc si mangia la parte esterna carnosa
(eso- e mesocarpo), mentre delle mandorle il seme. Ad ogni modo non c’è abbastanza
cianuro da far male, come sanno tutti i ghiottoni che amano rimpinzarsi
dell’ottimo frutto secco (tutti vivi come me!). Dovrei approfondire un po’ la
storia comunque... mi piacerebbe sapere se sia possibile estrarre in casa
l’aroma di mandorla senza creare una versione domača di un concentrato letale
di cianuro.
Pasta amaretto, ingredienti
imprecisamente per due persone:
una manciata abbondante di
mandorle
uno-due spicchi d’aglio
sale
olio
latte
mezza cipolla
quattro filetti d’acciuga
sott’olio
circa 150 g di spaghetti
Affettare la cipolla e lasciarla
appassire in un filo d’olio con i filetti d’acciuga. Portare ad ebollizione
abbondante acqua salata per la pasta e nel frattempo preparare il “pesto” alle
mandorle frullando le suddette mandorle con una generosa dose d’olio, qualche
cucchiaio di latte, l’aglio e poco sale. Se risultasse troppo denso,
fluidificare con dell’acqua di cottura. Scolare la pasta, farla rapidamente
insaporire nella padella con la cipolla, aggiungere qualche cucchiaiata di
salsa alle mandorle e servire.
Bè, l’accoppiata (o attriplata)
mandorle – aglio – acciuga è deliziosa, davvero, roba da bis: l’aroma amaro
viene smorzato efficacemente dalla sapidità delle acciughe. Infatti non è la
prima volta che porto in tavola questa pasta. Ho usato sia mandorle solo
sgusciate che quelle spellate e devo dire che non ho notato grosse differenze
(quindi vi convengono le più economiche :-P).
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